Con la dicitura “accatastamento fabbricati” si intende un processo burocratico che consente di identificare un immobile, chiarendo i dati di base e la rendita fiscale. È utile non solo per quanto riguarda il versamento dell’IMU e dell’IRPEF, ma anche per poter richiedere il certificato di agibilità e di abitabilità di un fabbricato. Tale procedimento deve essere rielaborato tutte le volte in cui si procede con delle ristrutturazioni, degli ampliamenti o dei cambi di destinazione d’uso e deve essere effettuato a prescindere dall’utilizzo che sarà fatto delle strutture.
Per ottenere un accatastamento fabbricati, è necessario seguire delle fasi ben precise: innanzitutto occorre redigere la planimetria delle unità immobiliari e, successivamente, si potrà procedere con la compilazione di una serie di modelli attraverso un programma ministeriale, detto “Documento Catasto Fabbricati” (DOCFA), che consente di attribuire la rendita catastale all’unità immobiliare. Qualora dovesse trattarsi di una nuova costruzione, occorrerà redigere la pratica al Catasto Terreni, seguendo uno schema di tipo mappale, per poi completare l’aggiornamento e l’inserimento nella mappa catastale del fabbricato o dell’unità immobiliare. Una volta ottenuta l’approvazione della richiesta e ricevuta la pratica denominata DOCFA, si riceveranno sia gli identificativi catastali, mediante i quali individuare l’immobile (foglio, particella e subalterno), che la rendita dell’unità immobiliare con decorrenza immediata.
Entro un anno l’Amministrazione Finanziaria potrà accertare, variare o confermare l’accatastamento immobili presentato. Possibili rettifiche dell’accatastamento immobili devono essere notificate obbligatoriamente ai proprietari dell’immobile così da poter presentare eventuali ricorsi.